SANDRO MERZ

(ANSA) - VENEZIA, 20 GEN - Si dice ''molto preoccupato del piano inclinato sul quale lo Stato si sta incamminando" il garante del contribuente per il Veneto, Sandro Merz, che ha deciso di inviare la sua relazione per il 2013, prevista dallo Statuto del contribuente, anche al Presidente della Repubblica e al Presidente della Corte Costituzionale.

   Merz, attraverso una serie di capitoletti, pone alcune questioni di rapporto tra economia e politica - "come fa l'imprenditore a formulare un programma economico di medio o lungo teermine se l'instabilità normativa si manifesta da anni come un continuo bradisismo?" - rilevando che "sarebbe necessaria maggiore trasparenza sulla paternità dei progetti economici distinguendo il profilo politico da quello tecnico".

   Riguardo alle leggi di spesa, sottolinea che "non solo dovrebbero conformarsi alla Costituzione ma anche ai principi dell'economia nonché ai criteri di buona amministrazione adottati dagli Stati europei più virtuosi. Al Parlamento chiedo di correggere quelle leggi di spesa che, di fatto, fanno da palo a chi maneggia soldi pubblici ed anche di arginare il danno collaterale causato da chi proprio non riesce a fare a meno di rubare".

   Le conclusioni, affidate a un capitolo intitolato "La mossa del barbiere" negli scacchi, il garante rileva che nessun governo "appare in grado di imporsi, con equilibrio e ragionevolezza, alle lobby e alla corporazioni", a causa anche della mancata attuazione dell'art. 49 della Costituzione "che imporrebbe il metodo democratico nella vita dei partiti dove, con poche eccezioni, invece comandano padroni, guru e maggiordomi". Prima di chiudere con la speranza legata al fatto che nel 2013 ci sono stati alcuni segnali "di un'inversione di tendenza per un ritorno allo stato di diritto" - e tra questo indica la protesta della Coldiretti a difesa del made in Italy - il garante dice che non stupisce "che la programmazione economica sia 'ponderata e formulata' al pari della strategia adottata dal governo per il rischio Vesuvio: si sa che vi è un milione di persone a rischio ma si conta su san Gennaro e sulla speranza che il vulcano non si svegli proprio domani". (ANSA).