SANDRO MERZ

Casella di testo: 
Garante del Contribuente
per il Veneto
RELAZIONE 1° SEMESTRE ANNO 2014 DEL GARANTE DEL CONTRIBUENTE PER IL VENETO PREVISTA DALLO STATUTO DEL CONTRIBUENTE.
Al Presidente della Camera del deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Ministro dell'economia e delle finanze
e p.c.	Al Presidente della Repubblica
(BREVE RELAZIONE)
Breve come si fa parlando al vento.
Lo Statuto del contribuente circoscrive la mia competenza alla politica fiscale. Sul punto il capo del Governo italiano ha proposto all’Europa la formula: “Per avere crescita è necessaria maggiore elasticità”. La Germania ha replicato: “Con i debiti non c’è crescita”.
Forse la chiave dirimente sta in Bergson che ha determinato i procedimenti di produzione del comico partendo dal concetto di disarmonia e dalla definizione aristotelica del “ridicolo come parte del brutto”.
Mi sembra logico premettere una breve radiografia degli attuali effetti della formula “maggiore elasticità” in Italia.
a) Il debito pubblico italiano è al 132% rispetto al PIL, alla data dell’1 GIUGNO 2014; il 14 maggio 2014 la Banca d’Italia ha comunicato che, in termini assoluti, il debito ha raggiunto quota 2.120 miliardi di euro; (è il più grande del mondo: non si considera quello giapponese che, a differenza di quello italiano, è tutto in mani giapponesi).
b) L’ISTAT ha comunicato il 16 maggio 2014 che il PIL del primo trimestre dell’anno è calato dello 0,1%.
c) La corruzione costa ai contribuenti italiani 60 miliardi all’anno (e l’Italia ha il primato tra gli Stati del G.-8).
d) Dal 2007 si è verificato un crollo degli investimenti internazionali in Italia pari al 58%; (scrive De Rita che le cause del crollo sono corruzione, illegalità e incapacità politica);
e) L’evasione fiscale è stimata dalla Banca d’Italia in 120 miliardi di euro ogni anno: come scrivo nelle mie relazioni la causa non è l’avidità dei contribuenti ma il sistema di leggi fiscali scritte dai nostri geniali politici per mettere in croce i contribuenti onesti e garantire quelli furbi, organizzatissimi e spalleggiati dal milione di italiani che vivono di politica.
f) Sulla disoccupazione, giovanile e adulta, femminile e maschile, al Sud e al Nord tutti sanno tutto.
g) Il primato mondiale per numero e consistenza di organizzazioni criminali presenti sul territorio, alcune con la casa-madre, altre con succursali e altre per transito.
h) Il primato nella Unione europea per tasso di litigiosità.
i) Il disastro del territorio e dell’ambiente d’Italia: oggi si ripete da noi quello che il Giappone ha conosciuto tra il 1956 e 1970 e che va sotto il nome di morbo di Minamata.
l) L’ordinamento giuridico più terremotato d’Europa; (rinvio alle mie relazioni precedenti e richiamo solo l’attenzione sulla tabella pubblicata a giugno dal SOLE 24 ORE e relativa alla moltitudine di atti legislativi, promulgati e/o emanati ma lasciati nel limbo perché inattuati dal Governo).
m) Nessuna, dico, nessuna riforma seria ma solo la solita solfa di riformare tutto per non riformare niente entro il termine che da 100 è passato a 1000 giorni (in linea con la crescita del debito pubblico).
n) L’allegria con cui si affrontano i temi della demografia, della immigrazione, della cittadinanza e così via, sempre volutamente ignorando i relativi costi economici perché si vuole dimenticare che ogni diritto comporta una spesa...per qualcun altro.
0) Secondo dati Istat dell’ 11.07.2014 la produzione industriale italiana del Maggio 2014 è in calo dell’1,8% sul 2013 (ed è a – 1,2% sul mese precedente).
p) L’elenco è interminabile ma, per brevità, rinvio alle mie numerose e corpose Relazioni, tutte rigorosamente scritte nel vento.
Ritorniamo alla forza d’espansione del comico che nello scontro tra i due Governi esprime tutte le sue forme: di situazione, di parola e di carattere.
Chi dei due cade nel ridicolo, con sfumature di bizzarria? La Germania della serietà e dei fatti (che ha compiuto la riunificazione del 1989 rimanendo la prima potenza economica europea) o l’Italia della leggerezza e delle chiacchiere (ancora alle prese con la riunificazione dal 1860)? Se poi si espande lo sguardo alla storia del novecento, sebbene i giovani possiedano giustamente una memoria corta, osserviamo:
1) in entrambe le guerre mondiali l’Italia, all’inizio alleata della Germania, si è poi ritrovata sul fronte opposto;
2) sorvoliamo sul lodo Moro;
3) nel 1989 il presidente Andreotti ha affermato: “ Amo tanto la Germania che ne preferisco due”; e così via.
A me sembra razionale e non emotiva l’affermazione della Bundesbank per la quale non è aumentando il debito che si esce dalla crisi. Già l’Italia ha chiesto che sia spostato dall’1.1.2015 all’1.1.2016 il Fiscal compact, ossia l’impegno a ridurre il debito pubblico di un ventesimo all’anno. Non è un po’ buffo che si pretenda di estendere all’Europa la filosofia italiana dei decreti mille proroghe?
Sono però contento che il Governo italiano non abbia, finora, tentato di esportare la formula geniale della rottamazione per cui, da un lato, non si eliminano gli incapaci ma i vecchi, dall’altro, un giovane, anche se cretino, va sempre e comunque bene.
In conclusione, se la grazia, la nobiltà e la leggerezza della marionetta sono infinite e “tutte in misura superiore”, nella partita Italia-Germania tifo per l’Italia sul piano letterario, al pari di von Kleist; ma sul piano scientifico della economia e della finanza sto con la Germania.
Venezia 15 Luglio 2014
IL PRESIDENTE
SANDRO MERZ